di Nicola Digennaro
Più passano i giorni e i mesi e più è evidente l’incoerenza delle istituzioni nell’affrontare tante questioni, ma soprattutto, la questione ambientale ora divenuta ecologica ma pur sempre sociale.
Definire sociale la questione ambientale non è ne un errore di stesura del presente Editoriale e ne, tanto meno, concettuale.
Questo perché la questione ambientale, che è prima di tutto conseguenza dell’agire dell’uomo e quindi già di per se, sarebbe opportuno parlare di questione dell’uomo, si ripercuote sulla società in svariati modi.
Se a livello nazionale troviamo il Ministero della Transizione Ecologica che continua a rilasciare Decreti Via per progetti di trivellazione sia su terraferma che in mare e quindi riguardanti FONTI FOSSILI!!
A livello regionale troviamo regioni che senza un minino di raziocinio e lungimiranza continuano ad autorizzare mega impianti fotovoltaici in zone agricole, sottraendo quindi suolo a colture importantissime e pregiate, e/oppure in zone di grande pregio storico-culturale e paesaggistico.
L’ultimo scempio proviene dalla Regione Sicilia, da parte dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, che ha dato parere positivo alla valutazione di impatto ambientale, la c.d. VIA, compresa la valutazione di incidenza ambientale, la c.d. VINCA, per la costruzione del mega progetto di impianto fotovoltaico a terra della società Lindo srl di Roma (per conto di un fondo d’investimento speculativo inglese), di potenza nominale di 67,421 MWp, su un terreno agricolo di oltre 100 ettari, in località Cavadonna, ed un cavidotto di collegamento di 10 km, con 67 cabine inverter, sino in Contrada “Case Sant’Alfano”, nei Comuni di Canicattini Bagni, Noto e Siracusa, lungo la “Maremonti”, a soli due chilometri dal centro abitato canicattinese.
Tutto questo, è bene sottolinearlo, nonostante che la Giunta e l’intero Consiglio Comunale dei Comuni di Canicattini Bagni, di Siracusa e di Noto, abbiano, per tempo, deliberato il loro fermo NO alla realizzazione del mega impianto, la cui realizzazione metterebbe a rischio i prati, i pascoli e gli alberi secolari dell’altopiano ibleo, inserito a pieno nel “PARCO NAZIONALE DEGLI IBLEI” e al centro dei siti Unesco di Siracusa, Noto, Palazzolo Acreide e Pantalica, oltre che la visione strategica di sviluppo dei territori interessati, che sono sede anche di eccellenze agroalimentari che tutto il Mondo ci invidia.
Oltretutto, bisogna dire, che un ulteriore elemento paradossale è che il “PARCO NAZIONALE DEGLI IBLEI” esiste, addirittura, dal lontano 2007 ma solo sulla carta!!
Infatti non è stato mai istituzionalizzo ufficialmente e già lo si vuole recidere e deturpare.
Come dire PRIMA GLI INTERESSI DELL’AGROBUSINESS e POI IL RESTO, se ne rimane qualcosa. IN SOSTANZA SIAMO DIFRONTE ALL’ENNESSIMO AVVILIMENTO DELLE ISTITUZIONI VERSO GLI INTERESSI ECONOMICI SPECULATIVI DI UNA SOLA IMPRESA, o di un gruppo di imprese, CHE HA IL SOPRAVVENTO RISPETTO ALLA VOLONTA’ E AGLI INTERESSI DELLA
COLLETTIVITA’.
Infatti, questo non è l’unico caso In Italia, ci sono stati e ci sono casi simili, in Puglia, in particolare in
provincia di Foggia, nelle Marche, ecc.
Ad ogni modo, ai tre Comuni (CANICCATINI, NOTO E SIRACUSA) che si sono opposti fin da subito a questo ennesimo scempio si è aggiunta l’Unione dei Comuni “Valle degli Iblei” ed il Vicepresidente Anci
Sicilia, oltre a moltissime Associazioni ambientaliste, alle realtà associative e produttive e alle Comunità
dei territori del “Cavadonna”, sugli Iblei.
TUTTI INSIEME, domani alle ore 10, MANIFESTERANNO CON UNA PASSEGGIATA
EVOCATIVA in contrada Bosco di Sopra a Canicattini Bagni, sull’altopiano ibleo, «per ammirare la
straordinaria bellezza del territorio che verrebbe cancellato, e chiedere alla Regione, al presidente on.
Musumeci, la revoca delle autorizzazioni, sottolineando, insieme, la netta opposizione alla realizzazione
di un mega impianto di questa portata che, nel rappresentare una piaga nell’area naturale degli Iblei, di
fatto ne stravolge e ne modifica lo stato, senza portare nuova occupazione né tantomeno vantaggi alle
comunità».
ECCO DUNQUE UN ULTERIORE ESEMPIO DI COMUNITA’ e di SINDACI CHE DAL BASSO,
come sta accadendo, per es. con la tematica dei pesticidi, CAMMINANO INSIEME PER LA
DEMOCRAZIA E PER LA DIFESA DEL TERRITORIO.
Democrazia che è essenziale per tracciare un giusto e lungimirante percorso che si deve necessariamente
sviluppare tra l’innovazione tecnologica e giustizia sociale.
Innovazione tecnologica che serve senz’altro per ABBANDONARE DEFINITIVAMENTE LE FONTI
FOSSILI e puntare sulle c.d. FONTI RINNOVABILI poiché INFINITE, QUALI IL SOLE, IL VENTO,
LE CORRENTI MARINE, ecc.
Ma queste, le FONTI RINNOVABILI, come detto in precedenti scritti, NON DEVONO ESSERE
INVASIVE SIA DEL DIRITTO DI ESISTENZA, sia del CARATTARE IDENTITARIO DEL
PAESAGGIO e sia dell’AMBIENTE.
Giustizia sociale, poiché l’innovazione tecnologica non deve essere a discapito dei cittadini o di coloro
che abitano e/o lavorano nelle c.d. aree interne e/o nelle zone rurali, ma deve essere anche a loro
vantaggio.
Come fare??
Come sempre detto, soluzioni semplici non ci sono, ma sicuramente vi sono POSSIBILITA’ MOLTO
PIU’ COERENTI DAL PUNTO DI VISTA DEL DETTATO COSTITUZIONALE E DEI DIRITTI DEI
CITTADINI TUTTI.
Ad es. si potrebbero mettere pannelli fotovoltaici sui tetti, a cominciare dagli edifici degli enti pubblici e
della maggior parte delle abitazioni, sui capannoni, sulle serre, sui lampioni che illuminano le strade
urbane ed extraurbane, sulle case di campagna, sui fabbricati industriali abbandonati ma che sono ormai
costruiti, e così via.
Addirittura mettendoli su questi ultimi, se di valore archeologico industriale, si potrebbero utilizzare
anche dal punto di vista museale, così da far rivivere il luogo e creare un circuito virtuoso tra
INNOVAZIONE E CULTURA.
Oppure si potrebbero incominciare a costruire edifici, i cui tetti siano “trasparenti”, resistenti e con
pannelli fotovoltaici a ricoprirli, così da sfruttare la luce che nelle ore mattutine e pomeridiane trapassa,
illuminando il di dentro.
Questo permetterebbe durante il giorno e le giornate luminose di RISPARMIARE ENERGIA e quindi di
RIDURRE IL CONSUMO ENERGETICO DEL PATRIMONIO EDILIZIO PRIVATO E/O PUBBLICO
che sia. Questo, altro GRANDE ELEMENTO che spesso, soprattutto nella società opulenta dei consumi,
si DIMENTICA SEMPRE.
Altra importate decisione è senz’altro quella di BLOCCARE la CONCESSIONE di SUSSIDI/AIUTI
ECONOMICI, di qualsiasi tipo essi siano, diretti e/o indiretti, alle SOCIETA’ CHE OPERANO NEL
SETTORE DELLE ENERGIE FOSSILI PER DIROTTARE L’INGENTE SOMMA (circa 15 miliardi),
che quindi è già in “budget”, verso POLITICHE SOCIALI ed ECONOMICHE, ad es. sostenendo nel loro
lavoro, gli agricoltori, gli allevatori, i pescatori, i pastori, che sono i PRIMI CUSTODI DEL
TERRITORIO.
Oltre che verso politiche educative, sanitarie, culturali, e paesaggistiche.
Tutto questo dimostra quanto mai sia necessario il percorso che si è intrapreso all’interno
dell’ALLEANZA SOCIALE PER LA SOVRANITA’ ALIMENTARE, e nella costituzione di pochi
giorni fa, dell’aggregazione delle COMUNITA’ RESISTENTI PER LA TERRA, che consiste in uno
spazio di lavoro comune fra chi la terra e il mare li difendono perché li lavorano (agricoltori, pastori,
pescatori, braccianti, artigiani) e chi difende il territorio in nome dell’impegno civico, ambientale e civile,
in difesa dei beni comuni e del diritto di esistenza.
Uno spazio PER UNIRSI IN MANIERA COSTRUTTIVA E PROPOSITIVA e per AGIRE SENZA
INDUGIO COME CONTROALTARE ATTIVO E REATTIVO AL CAPITALISMO SENZA REGOLE